Museo e comunicazione è un legame di estremo interesse dialettico ma soprattutto didattico. Bisogna aprire alla didattica attraverso parametri pedagogici che avvicinano una utenza variegata.
Soprattutto i Musei archeologici devono sviluppare percorsi comprensibili. Anche così si rilancia la politica dei beni culturali e si tende ad un vero e proprio modello di partecipazione”.
E’ ciò che sostiene Pierfranco Bruni nel suo studio “I Beni Culturali. Risorse e identità”, edito dall’Iral, Istituto di Ricerca per L’arte e la Letteratura, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il libro si presenta con una elegante veste e un ampio apparato bibliografico.
Sostanzialmente è un lavoro che ricostruire la storia del concetto di bene culturale passando attraverso un’analisi articolata e non perdendo di vista i vari processi normativi.
“Musei e comunicazione deve essere un dialogo sempre aperto soprattutto in una logica in cui il bene culturale è sempre più partecipazione e modello educativo. Su questo rapporto bisogna puntare soprattutto quando ci si trova davanti ad un nuovo allestimento. I musei non sono per gli addetti ai lavori ma devono essere letti da una utenza eterogenea. Il Museo deve necessariamente comunicare altrimenti diventa un luogo morto”.
Pierfranco Bruni nel suo lavoro risponde al alcune fondamentali domande sul rapporto tra museo e territorio, tra museo e socializzazione, tra museo e scuola.
La ricerca di Bruni, che si inquadra nei progetti che porta avanti come studioso dei fenomeni riferiti al patrimonio storico e come funzionario e rappresentante del MiBAC nella Commissione Nazionale Unesco nonché Coordinatore del progetto sulla promozione della cultura nelle comunità di minoranza linguistica, è indirizzata ad un pubblico vasto ma anche specialistico. Infatti si sofferma, con acume, sul ruolo che dovrebbe avere un Museo in una società della relazionalità.
Bruni sostiene che “Il Museo deve relazionare con il territorio e deve costantemente essere riferimento per produrre cultura e non solo per conservare materiale”.
La ricerca di Bruni traccia un profilo complessivo della capacità che offrono oggi i beni culturali. Il rapporto tra cultura, economia e territorio è straordinariamente importante.
Bruni mette in evidenza la potenzialità delle risorse che ogni territorio possiede e grazie a queste risorse, sostiene, occorre sviluppare un dialogo tra costi e benefici.
Per fare ciò, afferma ancora, necessita una dimensione progettuale non fatta da modelli episodici ma da una reale definizione delle capacità produttive che possono derivare da un investimento sui beni culturali, i quali devono essere considerati sempre delle identità e delle risorse.
Si insiste sulla funzionalità dei Musei, i quali devono sempre più mostrarsi come strutture aperte e offrire spazi rivolti a dimensioni educative. Infatti, nel saggio, si insiste sul valore del bene culturale come educazione permanente.
L’esempio del Museo resta emblematico anche alla luce del rapporto tra informazione, formazione, conoscenza e comprensione. Un lavoro di estrema utilità che si offre ad un intelligente dibattito sui beni culturali.